19 Ottobre 2022

Il governo dell’acqua muove i primi passi

La riforma della gestione dei servizi idrici prevista nel Pnrr è piuttosto promettente e, complici anche gli obblighi europei, sembra procedere di buon passo. Sarà compito del nuovo governo attuarla nei tempi stabiliti.

L’articolo di Donato Berardi per Lavoce.info.

La diffusione da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) del Rapporto “Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche” è l’occasione di fare il punto sull’avanzamento del percorso, fatto di risorse e riforme, pensato per mettere in sicurezza l’approvvigionamento idrico, completare la catena di governo dell’acqua e assicurare che ogni territorio del Paese possa dotarsi di gestori “industriali”, in grado di affrontare le sfide di un clima che cambia, ridurre l’inquinamento e la pressione dell’uomo sull’ambiente.

In un precedente intervento, avevamo sottolineato la necessità di codificare una strategia per il governo dall’acqua e anche alcune direzioni promettenti di intervento.

Il recente Rapporto Mims ci ricorda che sono 4,7 i miliardi di euro di investimenti nelle infrastrutture idriche resi disponibili (Fondi Pnrr, React Eu, Fondi per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2014-2020 e 2021-2027 e altre risorse nazionali). Di questi, 3,9 sono già stati ripartiti o assegnati, di cui il 60 per cento alle regioni del Mezzogiorno. Si tratta di cifre che aiutano in parte a coprire il forte fabbisogno infrastrutturale che il servizio idrico esprime, comunque più ingente e quantificato nel Def 2022 in almeno 12 miliardi di euro, necessari ad allineare lo stato delle reti e delle infrastrutture idriche agli standard internazionali.

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