2 Febbraio 2021

Il PNRR delude su acqua e rifiuti

Il Pnrr riconosce le carenze attuali del servizio idrico, ma stanzia risorse inferiori ai fabbisogni. Sulla gestione dei rifiuti si limita invece all’enunciazione di principi generali, senza una strategia per costruire una rete integrata di impianti.

Acqua e rifiuti: “candidati ideali”

L’acqua e i rifiuti rappresentano a tutti gli effetti i “candidati ideali” per un Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Le due questioni, infatti,

(1) sono nel cuore della componente green, in grado di assicurare benefici per le future generazioni. L’attenzione che l’Unione europea dedica alla transizione verde – a partire dalla predisposizione del Green Deal – passa dai servizi di gestione della risorsa idrica e dei rifiuti che realizzano un uso sostenibile delle acque e riducono l’impatto sull’ambiente dalla gestione dei rifiuti;

(2) acqua e rifiuti sono esplicitamente richiamati nelle raccomandazioni specifiche della Commissione Ue all’Italia, laddove si chiede di concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale e, in particolare, nella gestione dei rifiuti e delle risorse idriche;

(3) sono eleggibili per interventi di partenariato pubblico-privato co-finanziati dai prestiti e dalle garanzie a valere sulle risorse di Next Generation EU, quindi possono mobilitare anche gli investimenti privati a integrazione della componente pubblica (dunque con benefici macro-economici maggiori);

(4) possono contare su una regolazione economica consolidata, una autorità indipendente (Arera), in grado di monitorare la realizzazione delle opere e assicurare che i prestiti ricevuti possano essere restituiti dalla tariffa.

Pur tuttavia proprio questi due ambiti di intervento, centrali per la qualità della vita delle generazioni presenti e future, sembrano essere stati trascurati dal Pnrr.

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