L’economia circolare tra operatori idrici e gestori dei rifiuti urbani

L’incentivo alle aziende idriche che realizzano impianti di trattamento fanghi, meglio se in collaborazione con le aziende di gestione dei rifiuti urbani, consentendo un profit sharing dei ricavi derivanti dal riciclo
L’ultimo paper del laboratorio REF Ricerche sui fanghi di depurazione consente di riaccendere i riflettori su un tema centrale dell’economia circolare, ultimamente confinato solo alle cronache giudiziarie. Il flusso di fanghi da depurazione civile nel nostro Paese è consistente, circa 3,1 milioni di tonnellate l’anno, destinate a diventare 4,4 nei prossimi anni, con il completamento dei cicli di depurazione ancora parziali, specie al Sud. I fanghi sono uno dei pochi rifiuti “buoni”, il cui aumento è un ottimo segnale, vuol dire che depuriamo di più e inquiniamo meno fiumi, laghi e mari.
Da sempre i fanghi civili vengono usati in agricoltura come ammendante o fertilizzante, uno dei primi casi di economia circolare semplice ed efficace. Le aziende di depurazione li producevano e li portavano agli agricoltori che ne avevano un gran bisogno, in un’agricoltura sempre più intensiva e senza animali. I costi erano bassi, l’impatto ambientale zero.