3 Febbraio 2022

Per far decollare l'economia circolare servono delle tasse mirate

Per il riciclo dei rifiuti il PNRR investe solo 2,1 miliardi, ma imposta una Strategia nazionale per l’economia circolare. Per funzionare, ha necessità di risorse. Che possono arrivare dalla modulazione di imposte, dai Certificati del riciclo all’ecotassa

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è lo strumento principale con cui sostanziare i programmi europei di ripartenza successiva alla crisi sanitaria da COVID-19 e costituisce il centro di gravità permanente delle decisioni di politica economica già da un anno a questa parte. A maggior ragione, data la portata degli interventi previsti, lo sarà ancora di più nei prossimi anni. 

A rilevare, non è soltanto l’ingente mole di investimenti che ruotano intorno al Piano, per un totale che eccede i 200 miliardi di euro. Si rinviene anche e soprattutto la previsione di un ampio ventaglio di riforme, propedeutiche a far sì che la ripresa post-pandemica sia consistente e strutturale nel tempo. Lo scopo principale è quello di ripensare lo sviluppo atteso di numerosi settori cruciali per l’economia italiana, ivi incluso quello della gestione del ciclo dei rifiuti che verrà interessata anche dalla Tassonomia UE sulle attività sostenibili (di cui al Regolamento UE 2020/852).

Il PNRR può essere l’occasione, unica e irripetibile, per imprimere una svolta verso il percorso di transizione ecologica e adozione del paradigma dell’economia circolare, che attende il nostro Paese nei prossimi anni.

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