Per la siccità una strategia in cinque mosse

La siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici, si può affrontare con un piano in cinque passi. Si avrebbero benefici reali in poco tempo. Ci vuole però consapevolezza che l’acqua dolce è un bene scarso e prezioso.
L’emergenza siccità dell’estate 2022
L‘emergenza siccità dichiarata da varie regioni, i razionamenti dell’acqua in molti comuni del Nord, il dramma dei ghiacciai che si sciolgono, hanno reso chiaro a tutti che abbiamo bisogno di una strategia per adattarci, per quanto possibile, alle conseguenze di un clima che cambia.
Ma guardando ai numeri che descrivono gli impieghi dell’acqua si comprende meglio quali siano le reali priorità.
Il settore agricolo è da sempre il primo consumatore di acqua del nostro paese con oltre il 50 per cento dei prelievi, mentre l’industria incide per un altro 10-15 per cento sul fabbisogno idrico nazionale. Circa il 75 per cento dei consumi di acqua dell’industria è soddisfatto da fonti proprie, esterne al servizio idrico e alla regolazione Arera. Tessile, petrolchimica, farmaceutica, produzione di gomma e plastica, cartaria e metallurgia sono le lavorazioni a maggiore intensità di consumo di acqua per unità euro di produzione vendibile.
Come si può ben comprendere, intervenire per ridurre lo spreco di acqua nel servizio idrico, misura assolutamente necessaria, è comunque poca cosa se non coordinata in una strategia complessiva rivolta anche agli altri usi, agricoli e produttivi.