9 Settembre 2022

Piano Governo sul gas: “Price cap dannoso, lo stoccaggio non basta: razionamenti inevitabili”

Cingolani ha illustrato le misure anti-emergenza gas. Giusto agire sulla domanda e sui rigassificatori più che puntare tutto sul price cap.

L’intervista a Roberto Bianchini, partner di REF Ricerche, per ilsussidiario.net

In attesa che il vertice Ue della prossima settimana metta mano alla complessa partita del price cap, il governo italiano sta preparando un suo piano per contenere i consumi di gas e per cercare di venire incontro alle difficoltà di imprese e famiglie nel pagare bollette astronomiche. A illustrarlo, nel corso di un Cdm informativo sul tema, è stato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

Le misure prevedono, sul fronte del mercato civile, una minima riduzione delle temperature del riscaldamento, il ricorso a combustibili alternativi per limitati periodi e l’utilizzo ottimizzato dell’energia, con l’obiettivo di conseguire risparmi variabili tra i 3 e i 6 miliardi di metri cubi di gas in un anno. Sul versante delle imprese, invece, si sta lavorando a due interventi, che verranno finalizzati entro la prima metà del mese, che riguardano l’energy release (circa 18 TWh) e il gas release (circa 2 miliardi di metri cubi) a prezzi controllati per supportare le aziende energivore e gasivore. Basteranno? Siamo sulla strada giusta? O è assolutamente necessario arrivare anche al traguardo del tetto al prezzo del gas?

“Il price cap – risponde Roberto Bianchinipartner Ref Ricerche e direttore dell’Osservatorio Climate Finance del Politecnico di Milano – rischia di essere dannoso, meglio lavorare in vista dell’inverno sulla rimodulazione della domanda e sul risparmio energetico: dando un segnale in tal senso ai mercati, si potrebbe ottenere un calo dei prezzi del gas, che oggi sono molto elevati perché prezzano l’aspettativa che possa mancare la materia prima”.

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