16 Ottobre 2020

Affrontare la nuova ondata del Covid-19

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Nel corso delle ultime settimane abbiamo avuto due tipi di notizie sul quadro economico: una buona, l’altra pessima.

Quella buona è che tutti i dati confermano un recupero significativo dell’attività economica nel terzo trimestre dell’anno. Le riaperture dal lockdown hanno smentito il rischio di uno scenario “a L”, con economia appiattita sui minimi dopo il periodo delle chiusure.

L’altra notizia è che l’epidemia del Covid-19 sta riaccelerando. Il numero di casi rilevati è in aumento, soprattutto nei paesi europei, e questo rende possibile l’adozione di severe misure di restrizione, che comporteranno una battuta d’arresto nella ripresa. Nelle ipotesi peggiori il Pil mondiale nel quarto trimestre registrerebbe una nuova contrazione.

In questo quadro, il Governo con la Nadef ha provato a definire i contorni della strategia di politica economica per i prossimi anni. Il compito non è facile, dovendo disegnare un rientro dell’indebitamento dai livelli elevati toccati quest’anno, a fronte dell’esigenza di sostenere la ripresa.

I massicci acquisti di titoli di Stato da parte della Bce e i fondi del Next Generation Eu definiscono un quadro delle politiche europee certamente più favorevole all’Italia rispetto alla strategia che aveva orientato la risposta alla crisi del 2008.

Nel nostro scenario è anche grazie a queste politiche che l’Italia riesce a superare nei prossimi due anni una prova durissima, come quella imposta dall’epidemia del Covid-19. 

Nelle ambizioni della Nadef dovremmo riportare nel 2023 il Pil sul trend pre-crisi e il deficit al 3 per cento del Pil; sono obiettivi che, per essere conseguiti puntualmente, richiederebbero una capacità di selezione e attuazione dei programmi di investimento finanziati dal NGEu che non appare alla portata delle nostre amministrazioni.