Covid, guerra, inflazione e banche centrali. Battuta d'arresto nella ripresa mondiale
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Lo scenario economico internazionale è stato attraversato da una fase di marcata accelerazione dei prezzi, acuita nei Paesi europei dalle restrizioni all’offerta di gas da parte della Russia. In risposta alla maggiore inflazione, le banche centrali hanno avviato la fase di normalizzazione delle politiche monetarie. Tuttavia, sono bastate le prime mosse delle autorità monetarie per mettere sotto pressione i mercati finanziari.
Il rallentamento della domanda, sovrapponendosi all’aumento dei prezzi delle materie prime, determinerà una frenata dell’economia mondiale. Le evidenze sono più marcate nell’andamento degli indici del clima di fiducia delle famiglie, ma segnali di rallentamento iniziano a interessare le imprese nella maggiore parte dei settori.
In Italia la fase di boom dell’edilizia e la tenuta dell’export hanno consentito all’economia di tenere nei primi due trimestri dell’anno. La fase delle riaperture promette un’estate di ripresa per le filiere del turismo.
D’altra parte, a dispetto del deterioramento del mood, le famiglie italiane non hanno ancora ridotto i consumi, finanziando la spesa attraverso la diminuzione del tasso di risparmio. Anche le imprese, i cui margini di profitto si sono contratti nei mesi scorsi, non hanno rivisto al ribasso i piani di investimento.
Nei prossimi mesi sarà fondamentale l’evoluzione del mercato dell’energia, dal quale dipenderà la possibilità che i costi di produzione si ridimensionino gradualmente permettendo all’economia un soft landing. Covid e Russia permettendo.