30 Aprile 2021

Superare una crisi profonda e diseguale

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Il quadro sanitario sta migliorando, grazie ai progressi nella campagna vaccinale. Di conseguenza, lo scenario economico incorpora la riapertura progressiva di molte attività e un recupero dei livelli produttivi a partire dalla seconda metà dell’anno. Sostenuta anche da una domanda internazionale in crescita, la ripresa italiana potrebbe recuperare a fine 2022 i livelli del Pil precedenti la crisi.

Il driver della ripresa a livello mondiale sono i consumi delle famiglie, e in particolare l’aumento di quelle spese che sono state impedite nei mesi scorsi. Dal lato della domanda, si tratta frequentemente di consumi (alberghi, viaggi, ristoranti, spettacoli) appannaggio soprattutto delle famiglie più abbienti. La riduzione di queste spese ha portato le famiglie italiane ad aumentare i propri risparmi: ben 100 miliardi in più da quando è iniziata la crisi del Covid-19!

D’altra parte, questi consumi attivano invece, dal lato dell’offerta, molti lavoratori delle fasce più disagiate. Soprattutto la filiera del turismo dà lavoro a molti stagionali, con contratti di lavoro precari: sono quelli che hanno pagato i maggiori costi da questa recessione.

È stata insomma una crisi dei ricchi dal lato della domanda, e dei poveri dal lato dei redditi.

E, non a caso, nonostante le ingenti risorse mobilitate dal bilancio pubblico per gli ammortizzatori sociali, le prime informazioni sull’andamento della povertà ci dicono che in Italia questa ha toccato nuovi livelli massimi nel 2020.

La crisi è stata quindi non solo profonda, ma anche diseguale e ingiusta. Per attenuarne le conseguenze potenzialmente dirompenti, anche sul quadro politico, non bastano le campagne vaccinali. E non basterà neanche una ripresa dell’economia, se non sarà accompagnata da un riorientamento delle politiche, puntando le risorse disponibili sulle fasce della popolazione che più hanno sofferto.